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Dichiarazione di mons. Alberto Ablondi, Presidente del Segretariato per l'Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) sulla Giornata dell'Ebraismo

Ablondi, Alberto, CEI - Segretariato per l'Ecumenismo e il Dialogo
Italia (1990)

 

Una Giornata dedicata all'Ebraismo:

Il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, nell'incontro dell'autunno del 1989, su iniziativa del Segretariato per l'Ecumenismo e il Dialogo, propose alla Chiesa Italiana la celebrazione annuale di una giornata dedicata all' "approfondimento della relazione della Chiesa Cattolica con il popolo ebraico e allo sviluppo del dialogo ebraico-cristiano". Per quanto mi consta, si tratta di una proposta che non ha precedenti in altri paesi. Proprio per questo sono necessarie delle precisazioni, per rispondere a questioni che possono sorgere.


La data:

In primo luogo, la data scelta, il 17 gennaio, vigilia della settimana della preghiera per l'unità dei cristiani, ha un doppio significato. Si vuole distinguere il movimento ecumenico, che mira all'unità dei cristiani, dal dialogo interconfessionale il quale, con il popolo ebraico, trova la sua ispirazione particolare in quei valori comuni basati soprattutto sulla Bibbia condivisa da ambedue, ebrei e cristiani. Allo stesso tempo il fatto di precedere immediatamente, pone la Giornata per le relazioni ebraico-cristiane nel quadro del movimento esterno della Chiesa verso il dialogo con diverse confessioni religiose per il bene dell'unità della famiglia umana.


Premessa ed ispirazione:

La qualità di questa iniziativa della CEI, evoca necessariamente l'atmosfera e la procedura che hanno condotto ad essa. In un cammino a volte reso difficile dalla frequente polemica e da antisemitismo residuo, vi sono anche momenti costruttivi, come la visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma; l'attenzione con cui la Commissione per le Relazioni religiose con l'Ebraismo del Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani segue i diversi momenti del dialogo; l'incontro con il rabbino Toaff, invitato a prendere parte ad una riunione del Segretariato per l'Ecumenismo e il Dialogo; le relazioni costanti e costruttive con la prof.ssa Tullia Zevi, Presidente della Federazione delle Comunità ebraiche italiane e con il Dr. Toaff, rabbino capo di Roma.

E' evidente che tutte queste occasioni hanno trovato la loro più profonda ispirazione nella dichiarazione conciliare Nostra Aetate. Si può dire che la Giornata mira a tradurre e incarnare per i cristiani italiani ordinari, questo documento, il cui capitolo 4 suggerisce: "Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo."


Finalità della Giornata:

Lo scopo della Giornata è anche quello di rendere noti alle diverse comunità ecclesiali in Italia gli orizzonti aperti da un altro importante documento vaticano: "Orientamenti e Suggerimenti per l'applicazione della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate" (1975).

Alla luce dell'ispirazione di questi documenti si suggerisce che la Giornata si incentri sul miglioramento "della comprensione della realtà religiosa ebraica" (NA 4); sull'eliminazione dei pregiudizi religiosi; su un atteggiamento di mutua fiducia tra cristiani ed ebrei dalla quale gli ebrei stessi "saranno visti come veramente degni della nostra considerazione e del nostro amore" (Paolo VI); su un dialogo, i cui importanti elementi saranno l'approfondimento della comprensione biblico-teologica, incontri comunitari, visite reciproche; sulla cooperazione a difesa dei diritti umani; impegno nella lotta contro le discriminazioni, il razzismo e l'antisemitismo; le iniziative per la pace, la giustizia e l'integrità della creazione.

Il Segretariato della CEI per l'Ecumenismo e il Dialogo suggerisce che per quest'anno sia data priorità alla presentazione ai cristiani della dichiarazione conciliare Nostra Aetate, soprattutto del cap. 4.


Accettazione ebraica:

Per capire pienamente il significato della Giornata va detto che l'iniziativa, anche se è un frutto del dialogo costante con i rappresentanti del mondo ebraico, ha un suo valore interno per la Chiesa Cattolica. Infatti, con tale iniziativa la Chiesa vuole rispondere al bisogno di una maggiore comprensione di se stessa, ponendosi davanti alle sue origini e offrendo al tempo stesso un gesto di dialogo e fraternità al popolo ebraico.

La sua accettazione da parte del popolo ebraico è stata in armonia con questo spirito. La prof.sa Tullia Zevi ha risposto alla mia lettera con cui comunicavo l'intenzione del Consiglio permanente della Cei, dicendo: "Un tale annuncio è accolto da noi con grande apprezzamento e soddisfazione. Esprimo qui la completa disponibilità della nostra comunità e dei suoi organismi e la mia personale collaborazione per rendere questa Giornata la più fruttuosa possibile, per lo sviluppo del dialogo fraterno e della comprensione reciproca".

Ciò che resta da fare è augurare alle diverse comunità una Giornata di dialogo vero in cui non solo si parli 'del' popolo ebraico, o 'al' popolo ebraico, ma in modo fraterno 'con' un popolo ricco tanto in valori biblici quanto in sofferenza.


Alberto Ablondi
Presidente del Segretariato per l'Ecumenismo e il Dialogo della CEI
Tratto da SIDIC XXIII/1 (1990)
Traduzione dall'inglese a cura del SIDIC-Roma

 

 

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