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XII Assemblea Generale del Sinodo dei vescovi, 5-26 Ottobre 2008 - Discorso del Rabbino Capo di Haifa, Shear Yashun Cohen.
Cohen, Shear Yashun
Vaticano (2008/10/06)
Sua Santità
Cari Cardinali e Vescovi
Membri del Sinodo dei Vescovi
Cari Amici!
E' un vero privilegio ed un onore raro essere invitato a questa Assemblea come un ospite speciale, in qualità di rappresentante della fede ebraica e del Gran Rabbinato di Israele.
Credo sia la prima volta che un rabbino ebreo viene invitato a parlare nella sessione plenaria di un sinodo di vescovi. Apprezziamo davvero molto quanto implicato in questo gesto. C'è una storia lunga, dura e dolorosa nelle relazioni tra il nostro popolo, la nostra fede, e l'autorità e i fedeli della Chiesa cattolica, una storia di sangue e di lacrime. Sento profondamente che il mio stare qui davanti a voi è molto significativo. Il mio stare qui porta un segnale di speranza e di amore, di coesistenza, di pace per la nostra generazione e per le generazioni future.
Ed effettivamente ciò continua l'approccio, inaugurato da Papa Giovanni XXIII e culminato nella vita e nel lavoro di Papa Giovanni Paolo II con la sua storica visita in Terra Santa. Nel vostro invito rivoltomi a fare una relazione qui oggi, noi vediamo una dichiarazione della vostra intenzione di continuare questa politica e la dottrina che si riferisce a noi come ai 'nostri fratelli maggiori' e al popolo eletto da D-o, col quale Egli ha stipulato un'alleanza eterna. Apprezziamo profondamente questa dichiarazione.
Posso aggiungere, personalmente, che devo agli amici, autorità e membri della Comunità cattolica di Sant'Egidio di essere stato introdotto a questo nuovo spirito ecumenico? Ho avuto il privilegio di partecipare regolarmente ai loro incontri internazionali, ispirati dallo spirito della famosa preghiera di Assisi.
Oltre a ciò, gli anni che sono seguiti mi hanno visto co-presidente della Commissione Bilaterale del Gran Rabbinato di Israele e della Santa Sede, che svolge un lavoro meraviglioso.
Ringrazio D-o di averci custodito in vita per essere insieme e lavorare per un futuro di pace e di co-esistenza in tutto il mondo, Amen.
* * *
Mi è stato chiesto di parlare del significato e del posto delle Scritture nel giudaismo e nella nostra tradizione di preghiera, nel servizio liturgico a D-o e nel nostro ruolo di autorità ed educatori delle nostre comunità.
Inizierei descrivendo brevemente il posto centrale delle Sacre Scritture nella pratica della religione ebraica. In ogni sinagoga di qualunque parte del mondo, quando vengono offerte le preghiere, al mattino, al pomeriggio e alla sera, come anche nelle occasioni speciali - la comunità si volge verso lo ארון הקודש - l' "Arca Santa" - posta di fronte alla sala di preghiera, e si volge ad essa durante l'intero servizio. L'Arca Santa contiene i rotoli della "Torah santa", cioè dei "Cinque Libri di Mosè" scritti a mano da uno scriba esperto. Nell'Arca si trova sempre almeno un rotolo completo, e spesso più rotoli. Questo Libro in forma di rotolo è avvolto in un bel manto o posto in un ricettacolo apposito. Viene tirato fuori dall'Arca Santa con un solenne rituale e portato, con un canto tradizionale, verso il pulpito centrale dove viene letto al pubblico tre volte alla settimana. Quando arriva al pulpito, i membri dell'assemblea si alzano in piedi e molti si volgono a baciarlo. Si tratta di una cerimonia molto suggestiva.
Ogni persona chiamata a leggere la Torah la bacia prima di recitare una benedizione - una benedizione speciale - ringraziando D-o per il dono della Torah. Al termine della sua porzione di lettura, torna a baciare la Torah e recita un'altra benedizione. Il rotolo della Torah Santa è il solo oggetto che viene baciato dai fedeli durante il culto. Quando la lettura è completata, il santo "Rotolo della Legge" è innalzato e mostrato al pubblico, e tutti i fedeli si inchinano con ammirazione e timore reverenziale e proclamano: "Questa è la Parola di D-o che ci è stata data da משה רבנו – Mosè nostro Maestro".
Ma di Sabato non viene letta solamente la "porzione della settimana" dal Humash, dal Pentateuco. A conclusione della lettura dal Pentateuco, durante la quale almeno sette fedeli sono invitati - l'ultimo ripete le ultime frasi della lettura e quindi legge un capitolo dai Profeti che abbia rilevanza per la sezione della settimana.
Di nuovo, viene recitata una speciale benedizione prima della lettura dai Profeti, altre quattro sono cantate. Per illustrare meglio, vi recito solo la prima di queste benedizioni, che loda e sottolinea il valore e l'importanza della Parola di D-o:
"Benedetto sei tu, Signore nostro D-o, Re dell'universo, Roccia di tutti i mondi, Giusto per tutte le generazioni, il D-o fedele che dice e fa, parla ed adempie, le cui parole sono verità e giustizia. Tu sei fedele, Signore nostro D-o, e fedeli sono le Tue parole, nessuna delle quali rimane inadempiuta, perché tu, D-o, sei un Re fedele e compassionevole. Sii benedetto, Signore, Fedele in ogni Sua parola" (Tutti: Amen)
Questo passaggio illustra bene l'importanza e la centralità della Parola di D-o nei nostri servizi di culto e nelle nostre preghiere. Aggiungo che molte volte durante l'anno vengono lette anche lezioni dagli Scritti.
* * *
Quando parliamo di Sacre Scritture ci riferiamo al Tanach, che è composto dalla Torah, cioè dai Cinque Libri di Mosè, dai Nevi'im, i testi dei Profeti, e dai Ketuvim, i sacri Scritti aggiuntivi, gli Agiografi. Tutte sono fonte ed ispirazione delle nostre preghiere e della nostra liturgia. Ognuno di noi, gli eruditi come i laici, è lieto di studiarle, di capirle e di serbarle nel cuore e nella mente, di apprezzarne il valore perpetuo e la rilevanza per tutti i tempi.
Questa descrizione di quanto siano centrali le Sacre Scritture nella nostra tradizione, non sarebbe completa senza qualche dettaglio su come non solo la lettura della Torah, dei Profeti e degli Scritti sia una parte centrale della nostra liturgia, ma come le nostre stesse preghiere siano anche costruite intorno alle citazioni della Bibbia.
Noi preghiamo D-o usando le Sue stesse parole così come ci vengono consegnate nelle Scritture. Similmente, Lo lodiamo, anche, usando le sue stesse parole. Chiediamo la sua misericordia menzionando ciò che Egli stesso ha promesso ai nostri padri e a noi. Tutta la nostra liturgia si basa su una regola antica, come ci insegnano i nostri Rabbini e Maestri:
תן לו משלו שאתה ושלך שלו – "Dai a Lui ciò che è Suo, perché tu ed i tuoi siete Suoi".
Noi crediamo che la preghiera sia il linguaggio dell'anima nella sua comunione con D-o. Crediamo sinceramente che la nostra anima è sua, che ci è stata data da Lui. Ogni mattina quando ci svegliamo diciamo, o meglio, Lo preghiamo con parole di ringraziamento: "Ti ringrazio Re vivente ed eterno per avermi restituito l'anima nella tua misericordia, grande è la tua fedeltà".
Dopo il lavaggio delle mani, a molti di noi è stato insegnato a recitare i seguenti versi scritturistici:
1) "La sapienza inizia col timore del Signore, chi tutto adempie (i suoi comandamenti) guadagna capacità di comprensione; la Sua promessa rimane sempre" (Salmo 110:10).
2) "La Torah che Mosè ci ha comandato, è l'eredità della comunità di Israele". (Deuteronomio 33:4)
3) "Ascolta, figlio, l'istruzione di tuo padre e non dimenticare gli insegnamenti di tua madre". (Proverbi 1:8)
Il tempo non mi permette di descrivere in dettaglio tutte le citazioni bibliche che si trovano nel nucleo delle nostre preghiere. Consentitemi di menzionare che quando si arriva e si entra nella Casa di Preghiera al mattino, dobbiamo recitare dei versi selezionati dalla Bibbia e che questo continua durante tutto il servizio. Ci sono i "Versi di Lode", una selezione di capitoli dagli Scritti, specialmente dal Libro dei Salmi, al cui termine recitiamo il "Canto del Mare" (dal Libro dell'Esodo 14:30-15:19). Quindi, viene il momento della "Benedizione dello Shema", che recitiamo prima e dopo la lettura dei famosi capitoli tratti del Deuteronomio e dei Numeri, e che inizia col verso "Ascolta, O Israele, il Signore è il nostro D-o, il Signore è Uno".
Potrei continuare per ore a descrivere come il Libro di Preghiere ebraico, il Siddur (una parola ebraica che significa 'L'Ordine') è costruito intorno alle Sacre Scritture, senza che si perda la natura personale ed emotiva dell'esperienza di preghiera, la meraviglia della lode a D-o, la gioia del ringraziamento, l'esperienza del cuore spezzato che brama il perdono e l'espiazione.
Aggiungo che non solo il rabbino o il cantore dicono le preghiere. Ogni fedele, giovane o vecchio, deve recitarle, sia che le legga dal Libro di Preghiera o che le reciti a memoria. In questo modo, le molte citazioni della Sacra Bibbia diventano parte del nucleo della personalità di chi prega, parte integrante della sua Eredità.
La Bibbia viene insegnata ad ogni bambino dalla più tenera età. Mi è stato insegnato il Tanach da mio padre, il famoso rabbino, Nazir di Gerusalemme, e l'ho imparata a memoria. In ogni scuola religiosa l'insegnamento della Bibbia è una parte significativa del curriculum obbligatorio.
Consentitemi di aggiungere che noi rabbini, quando ci pronunciamo su certi argomenti nei nostri sermoni, come "la santità della vita", "il combattimento della promiscuità", "il combattimento del secolarismo", la promozione dei valori di fratellanza e fraternità, amore e pace, uguaglianza e rispetto per "l'altro ed il diverso", cerchiamo sempre di costruire il nostro discorso servendoci delle citazioni bibliche secondo l'interpretazione dei nostri santi saggi, nelle generazioni. Il nostro punto di partenza emerge dai tesori della nostra Tradizione religiosa, anche mentre tentiamo di parlare con un linguaggio moderno e contemporaneo di argomenti attuali. E' sorprendente osservare come le Sacre Scritture non perdano mai la loro vitalità e rilevanza per il presente del nostro tempo e della nostra epoca. Questo è il miracolo dell'eterna Parola di D-o.
Penso che per illustrare quanto siano importanti le Sacre Scritture nella vita e nello Stato di Israele, valga la pena menzionare che negli ultimi cinquant'anni, uno dei maggiori eventi del Giorno dell'Indipendenza dello Stato di Israele è il Quiz Nazionale della Bibbia. I partecipanti non sono solo studenti delle scuole religiose statali, ma anche delle cosiddette scuole 'secolari', sia ragazzi che ragazze. I partecipanti provengono da tutti i settori della società e da tutto il mondo. La fase finale si tiene a Gerusalemme alla presenza del Presidente, del Primo Ministro, del Ministro dell'Educazione, del Sindaco di Gerusalemme e di altre autorità, ed ha una buona copertura dei media. Credo che questo illustri in modo eccellente quanto siano importanti ed essenziali lo studio e la conoscenza delle Sacre Scritture nella vita della società israeliana moderna.
Ma non potrei concludere il mio intervento senza esprimere il nostro profondo shock davanti alle terribili e maligne parole del presidente di un certo stato del Medio Oriente, nel suo discorso all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Le accuse false e maliziose, le minacce e l'incitamento all'antisemitismo, ci hanno riportato indietro alla penosa memoria della tragedia del nostro popolo, alle vittime dell'Olocausto, che speriamo e preghiamo non accada mai più. Speriamo di avere il vostro aiuto di autorità religiose e quello di tutto il mondo libero, per proteggere, difendere e salvare Israele, l'unico Stato sovrano del "Popolo del Libro", dalle mani dei suoi nemici.
Concludo pregando con le famose parole prese dalla profezia del profeta Isaia che riguardano i tempi futuri: "Il lupo abiterà con l'agnello, il leopardo giacerà col bambino e l'agnello e il vitello, il giovane leone e la vacca insieme, ed un bimbo li condurrà… Non si commetterà male né si distruggerà su tutto il mio santo monte: poiché la terra sarà piena della conoscenza del Signore come le acque riempiono il mare" (Isaia 11: 6-9).
Possiamo essere benedetti col vederlo accadere ai nostri giorni. Amen!
[Traduzione a cura del SIDIC]