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Dialogo tra culture e religioni riguarda tutti - Udienza di Benedetto XVI ad una delegazione dell’ "International Jewish Committee on Interreligious Consultations"
Benedetto XVI, Papa (Ratzinger, Joseph) 1927-
Saint-Siège (2008/10/30)
Benedetto XVI ha ricevuto oggi in Vaticano una delegazione dell’ International Jewish Committee on Interreligious Consultation, con il quale la Santa Sede “ha avuto per più di 30 anni contatti proficui e regolari che hanno contribuito a una maggiore comprensione ed accettazione tra cattolici ed ebrei”.
“Approfitto di questa occasione - ha detto il Papa - per riaffermare l’impegno della Chiesa a mettere in pratica i principi stabiliti nella dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano II. Questa dichiarazione che condannava fermamente ogni forma di antisemitismo rappresenta una pietra angolare nella lunga storia dei rapporti fra cattolici ed ebrei e un avvertimento per una rinnovata comprensione teologica dei rapporti fra la Chiesa e il popolo ebraico”.
“Ai nostri giorni - ha continuato il Santo Padre - i cristiani sono ogni volta più coscienti del patrimonio spirituale che condividono con il popolo della Torah, il popolo eletto da Dio nella sua misericordia, un patrimonio che merita un rispetto, un apprezzamento e un amore reciproco più grande. Anche gli Ebrei sono chiamati a scoprire tutto ciò che hanno in comune con coloro che credono nel Signore, il Dio di Israele, che si è rivelato per la prima volta mediante la sua parola potente e piena di vita”.
“Nel nostro mondo tormentato, caratterizzato spesso dalla povertà, la violenza e lo sfruttamento, il dialogo fra le culture e le religioni si deve considerare sempre più come un dovere sacro che riguarda tutti coloro che sono impegnati nella costruzione di un mondo degno dell’essere umano. La capacità di accettarsi e rispettarsi reciprocamente, e di proclamare la verità nell’amore, è essenziale per superare le differenze, prevenire i fraintendimenti ed evitare gli scontri inutili (...). Un dialogo sincero richiede apertura e senso fermo dell’identità da entrambe le parti per arricchirsi a vicenda dei doni degli altri”.
[Sintesi e traduzione a cura del Vatican Information Service]